La gentilezza è un bene prezioso. E in quanto tale andrebbe impiegato solo con chi se lo merita.
Ma oltre ad essere prezioso è anche sinonimo di classe e di eleganza; e in quanto tale quindi ha senso offrirla solo a chi la classe e l’eleganza sa riconoscerle, perché diversamente significa sprecarla.
Significa non darle il giusto valore e farla diventare un bene comune, di cui disponiamo in quantità illimitate.
Essere gentili con chi non sa apprezzarne il vero valore è un po’ come proporre del Brunello di Montalcino a chi è abituato a bere Tavernello.
Non ne capirebbe la differenza e neanche il valore ma siccome ne sente il sapore buono ne chiede comunque ancora: e spesso lo fa con furbizia, con opportunismo e senza rispetto per noi. Perché dopotutto noi siamo gentili e non ci ribelleremo mai.
Offrire gentilezza a chi in quella gentilezza legge solo disponibilità o opportunità per approfittare di noi è come aprire la porta di casa al ladro che sta provando ad intrufolarsi dalla finestra.
La gentilezza va dosata ed offerta a chi è un intenditore di grazia ed educazione, a chi ha rispetto per noi.
La gentilezza è un bene prezioso! Non riduciamola ad un bene comune.
La gentilezza è un fiore appena colto.
Doniamola a chi la merita, a chi ne apprezza i profumi, a chi sa godere dei colori… a chi ha buon gusto!