Vecchie riflessioni.
Mano nella mano.
Ricordo ancora quella sensazione unica che provavo quando da piccolo mia madre o mio padre mi prendevano per mano.
Sicurezza, e calore, dolcezza e attenzione, un incrocio di dita per scoprire l’amore.
Perché la mano non è semplicemente un arto fondamentale per ciascuno di noi in quasi ogni azione che la vita ci porta a compiere.
È vero serve per scrivere, suonare, costruire, giocare… ma la mano raggiunge il massimo e il meglio della sua essenza non quando la usi per te ma quando la rendi strumento di offerta.
Perché la mano si da ai bimbi, agli anziani, agli amici, alle persone a cui vogliamo bene.
La mano si tiene per amore o si da alle pareti per far loro colore, la mano si alza o si bacia. La mano si stringe o si chiede.
Quando poi sono due si possono mettere addosso a qualcuno per passione oppure per restituirgli del dolore.
Le mani si tengono a posto, la mani battono, applaudono, si lavano l’una con l’altra. Ma se c’è una cosa che le mani fanno in modo unico ed armonioso è mischiarsi, unirsi, toccarsi, inglobarsi pian piano…. fino a restare “mano nella mano”.